Benessere delle direzioni strategiche: presentata la seconda edizione della survey di Federsanità – Sapienza Università di Roma.

Il Presidente Fabrizio d’Alba: “il benessere delle direzioni strategiche è la base solida su cui costruire processi organizzativi finalizzati a garantire servizi di qualità”

Un Servizio sanitario nazionale in cui il ruolo del management è sostenuto da una forte motivazione personale e da un radicato senso del dovere, ma allo stesso tempo messo alla prova da livelli di complessità operativa sempre più elevati e da una relazione con l’esterno che fatica a trovare un linguaggio comune.

Sono questi i dati significativi emersi dalla seconda edizione della Survey sul benessere organizzativo delle Direzioni Strategiche, promossa da Federsanità insieme al Dipartimento di Psicologia del Lavoro di Sapienza Università di Roma e presentata ad Arezzo nell’ambito della ventesima edizione del Forum Risk Management Sanità.

Il campione, composto da 95 Aziende sanitarie, ospedaliere e ospedaliere universitarie, è stato equilibrato per genere, fasce d’età e anzianità organizzativa. Le risposte arrivano da tutto il Paese, con una prevalenza del Nord Italia (52%) e dei direttori di aziende sanitarie territoriali (71%).

L’indagine ha confermato un quadro ricco di sfumature: da un lato la solidità del significato attribuito al proprio lavoro, che resta la vera forza motrice del coinvolgimento dei direttori del Servizio sanitario nazionale; dall’altro alcune criticità che richiedono un investimento a livello di sistema, in particolare nella comunicazione pubblica, nel supporto tecnologico, nel time management e nella conciliazione tra vita professionale e personale.

Il dato che è emerso, con maggiore evidenza, è il rapporto con gli organi di stampa: soltanto il 10% delle Direzioni Strategiche esprime una valutazione positiva, evidenziando una difficoltà che si è accentuata rispetto al 2023. Questa frattura potrebbe influenzare indirettamente anche la percezione della relazione con pazienti, dove il 31% dei rispondenti riporta valutazioni molto basse. Si tratta di un segnale chiaro, che richiama la necessità di rafforzare il dialogo con il mondo dell’informazione per migliorare la qualità e l’equilibrio della comunicazione sanitaria.

Accanto a questo, la Survey ha evidenziato un altro dato importante relativo alla dimensione personale e familiare dei direttori. Il conflitto lavoro–famiglia, pur diminuendo rispetto alla rilevazione precedente rimane ancora un punto di attenzione: in media, circa il 60% dei rispondenti dichiara di vivere una pressione costante, con ripercussioni sulla qualità della vita.

La Survey ha introdotto inoltre, per la prima volta, una rilevazione mirata sulle tecnologie. I rispondenti percepiscono che vi sia una buona disponibilità di competenze tecnologiche nei propri team di lavoro. Tuttavia, queste risorse non si traducono in un’esperienza pienamente efficace: il 18% dichiara di non ricevere un rapido supporto tecnologico da parte della propria azienda, il 22% percepisce una scarsa utilità delle tecnologie attualmente impiegate nel lavoro e il 17% riporta un basso livello dei processi di digitalizzazione dell’azienda. La complessità percepita indica inoltre che gli strumenti digitali non sempre semplificano, ma talvolta gravano sul lavoro dei direttori, con il 34% dei rispondenti che dichiara di avvalersi dell’aiuto di un collega o collaboratore più esperto sui sistemi, applicazioni e infrastrutture.

Sul fronte delle relazioni istituzionali, i rapporti con gli organi di controllo, le regioni, i comuni, le associazioni dei pazienti e del terzo settore, i medici di medicina generale, le rappresentanze sindacali, rimangono più deboli, coerentemente con il 2023. Migliorano invece in modo rilevante la percezione della collaborazione e del sostegno reciproco tra colleghi della stessa Direzione e tra le Direzioni delle diverse strutture.

“Il benessere organizzativo è un elemento strategico per la governance delle aziende sanitarie – ha sottolineato il Presidente di Federsanità Fabrizio d’Alba, Dg dell’AOU Policlinico Umberto I di Roma – poiché rappresenta la base solida su cui costruire processi organizzativi finalizzati a garantire servizi di qualità, promuovere la salute e il benessere delle comunità, valorizzando al contempo il capitale umano che opera all’interno delle strutture. Ma la chiave di volta è la messa a terra di una comunicazione efficace e trasparente che crei da un lato un ambiente di lavoro positivo e inclusivo, dove i professionisti sanitari possano lavorare con passione e dedizione, dall’altro favorire partecipazione da parte dei cittadini. Serve infatti uno sforzo condiviso per consentire a ciascuno di comprendere e utilizzare correttamente le informazioni sanitarie, favorendo non solo il benessere personale, ma anche il raggiungimento di obiettivi cruciali come la riduzione delle disuguaglianze territoriali e le difficoltà di accesso alle cure”.

 Tre le proposte operative di Federsanità:

  • Formazione al fine di migliorare la qualità del servizio reso e ridurre il conflitto
  • Collaborazione con le istituzioni rappresentative degli organi di stampa, anche con la definizione di codici di comportamento comuni, al fine di condividere modalità di racconto favorendo una coretta percezione da parte dei cittadini non solo delle criticità del sistema ma anche delle opportunità di presa in carico
  • Focus Group centrati sulle tecnologie per approfondire quali siano gli strumenti più utili, le difficoltà riscontrate nel loro impiego e le possibili azioni da intraprendere

 

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