Non più solo progetti pilota o sperimentazioni locali: la telemedicina entra ufficialmente nell’architettura del Servizio sanitario nazionale.
Dalla Conferenza Stato Regioni è arrivato il semaforo verde al nuovo schema di decreto, messo a punto dal Ministero della Salute insieme al Mef e alla Presidenza del Consiglio, che fissa le regole che guideranno l’infrastruttura nazionale e quelle regionali, dalla gestione dei dati al ruolo di Agenas, fino agli standard di sicurezza informatica e alla garanzia di prestazioni uniformi per i cittadini.
Lo schema di decreto regola il trattamento dei dati personali nell’ambito dell’infrastruttura nazionale di telemedicina e stabilisce in dettaglio compiti, modalità operative e garanzie per la gestione della Piattaforma nazionale di telemedicina (PNT) e delle relative infrastrutture regionali (IRT).
Il decreto entrerà in vigore il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e chiude una fase attesa del PNRR in sanità, avviando operativamente la telemedicina come servizio strutturale del Servizio sanitario nazionale.
“Il finanziamento – spiegano le Regioni in una nota – consente di garantire la gestione operativa dell’Infrastruttura Nazionale di Telemedicina (INT), che si affianca alle Infrastrutture regionali. Da qui il parere positivo allo schema di decreto da parte delle Regioni, che però avanzano una raccomandazione: la necessità che i prossimi provvedimenti a valenza nazionale trovino una copertura diversa e aggiuntiva rispetto al quadro del Sistema sanitario nazionale”.
Le Regioni richiedono, inoltre, al “Ministero della Salute di fornire un quadro completo dei fabbisogni finanziari in modo da chiarire le linee progettuali ammesse al finanziamento, ribadendo l’impegno ad assicurare la rapida attuazione degli interventi previsti, in coerenza con quanto previsto dalla Missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, di cui la telemedicina rappresenta uno dei pilastri”.
Struttura e governance La titolarità della Piattaforma nazionale è affidata ad Agenas, che coordinerà lo scambio dei dati con il Fascicolo sanitario elettronico (FSE) e con gli strumenti dell’Ecosistema Dati Sanitari (EDS). Le Regioni e le Province autonome mantengono invece la titolarità delle infrastrutture regionali. Il decreto chiarisce anche il ruolo del Ministero della Salute, chiamato a garantire programmazione e monitoraggio, e quello dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN) per gli aspetti di sicurezza.
Prestazioni e servizi Il provvedimento disciplina l’erogazione dei servizi minimi di telemedicina – televisita, teleconsulto, telemonitoraggio e teleassistenza – che dovranno essere garantiti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Le IRT renderanno disponibili agli operatori sanitari e ai cittadini i dati generati dalle prestazioni, integrandoli nel FSE 2.0. Sono previste anche funzioni specifiche per la seconda opinione e per il supporto ai caregiver.
Protezione dei dati e sicurezza Il decreto recepisce le norme del GDPR e del Codice privacy, prevedendo registrazione delle operazioni, tracciabilità e audit costanti. Viene confermata l’adozione di sistemi avanzati di cifratura, protocolli di autenticazione (SPID, CIE, TS-CNS) e monitoraggio continuo degli accessi. Ogni incidente di sicurezza dovrà essere notificato tempestivamente.
Finalità di governo e HTA Oltre a consentire l’erogazione delle prestazioni, la PNT sarà strumento di governo del sistema sanitario. Attraverso l’EDS sarà possibile l’estrazione di dati per programmare e valutare i servizi, compreso il monitoraggio dell’Health Technology Assessment dei dispositivi medici. Agenas avrà il compito di predisporre report periodici per verificare il raggiungimento degli obiettivi previsti dal PNRR.
Risorse e sostenibilità Dal 2026 le risorse necessarie per la gestione della PNT saranno stabilmente allocate ad Agenas, con un finanziamento di 12,5 milioni di euro annui nel 2026 e 25 milioni dal 2027, senza nuovi oneri per la finanza pubblica.