Officina delle Competenze, il laboratorio che porta l’innovazione dentro il Servizio sanitario nazionale

Dalla collaborazione tra Johnson & Johnson e ALTEMS nasce un percorso che mette le persone al centro della trasformazione del SSN. Tre nuove figure – Chief Innovation Officer, Direttore Sanitario 4.0 e Patient Journey Manager – saranno sperimentate in tre territori simbolo del Paese: Salerno, Roma e Chiavari. Un modello che, per istituzioni e professionisti, rappresenta il tassello mancante per rendere davvero operativa l’innovazione prevista dalle riforme.

Tre ruoli nuovi, pensati per colmare il divario tra innovazione disponibile e capacità delle strutture di trasformarla in valore. Il Chief Innovation Officer, il Direttore Sanitario 4.0 e il Patient Journey Manager rappresentano tre prospettive complementari: governo delle tecnologie, leadership clinico-organizzativa e presa in carico integrata del paziente. Saranno sperimentati in un percorso che attraversa l’Italia, dal Sud al Centro e poi al Nord, coinvolgendo la ASL Salerno, il Policlinico Gemelli di Roma e la ASL4 Chiavarese.

Officina delle Competenze, un laboratorio per colmare il gap del SSN

L’Italia è un Paese che ha tecnologie avanzate, investimenti straordinari e una rete sanitaria che sta cambiando. Ma spesso mancano le competenze per far funzionare davvero tutto questo. Da qui nasce “Officina delle Competenze”, un laboratorio che Johnson & Johnson ha realizzato insieme ad ALTEMS – Università Cattolica del Sacro Cuore. È solo l’inizio di un percorso pensato per tradurre l’innovazione in organizzazione, per dotare il SSN di quelle professionalità capaci di rendere operativo ciò che oggi è spesso solo potenziale. Il progetto, presentato a Roma alla presenza di istituzioni e mondo sanitario, nasce per accompagnare la trasformazione del Servizio sanitario nazionale in una fase in cui la modernizzazione delle strutture rischia di essere frenata da un persistente gap organizzativo. Le liste d’attesa, la frammentazione tra ospedale e territorio, l’accesso non uniforme alle terapie innovative sono alcune delle sfide che questo laboratorio intende affrontare. Officina delle Competenze vuole dimostrare che investire nelle persone significa rendere l’innovazione realmente funzionale ai bisogni dei pazienti.

Rispondere alle pressioni del sistema puntando sulle persone

La progettazione dei tre nuovi ruoli nasce da una ricerca condotta da ALTEMS sui gap di competenze del sistema. A spiegare l’origine del progetto è la Prof.ssa Federica Morandi, Associate Professor in Management e direttrice dei programmi accademici e ricerca ALTEMS: “Il Servizio sanitario nazionale sta affrontando una trasformazione senza precedenti e Officina delle Competenze risponde proprio a queste esigenze. Nasce dal bisogno di rinnovamento delle competenze e dalla necessità di assecondare le aspettative dei professionisti, migliorando il governo dell’innovazione e delle risorse innovative. Da questi elementi, e sulla base di una ricerca condotta lo scorso anno sui gap di competenze e sulle direttrici di innovazione del sistema, sono emersi i tre nuovi ruoli: Chief Innovation Officer, Direttore Sanitario 4.0 e Patient Journey Manager. Queste figure riusciranno a dare una risposta concreta alle criticità del sistema, concentrandosi su un elemento decisivo: le persone e i professionisti. Attraverso una sperimentazione sul campo, che avvieremo dal mese di gennaio, misureremo l’impatto dell’introduzione di questi ruoli in tre contesti organizzativi reali, valutando gli effetti sulle strutture, sul sistema e sui professionisti”.

Tre nuove figure per una trasformazione possibile

Officina delle Competenze introduce tre ruoli definiti scientificamente da ALTEMS. La loro sperimentazione avverrà in tre strutture pilota di eccellenza: ASL Salerno, Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS e ASL4 Chiavarese. L’obiettivo è costruire modelli replicabili su scala nazionale.

Chief Innovation Officer: integrare tecnologie e prossimità

Il Chief Innovation Officer guida l’introduzione delle tecnologie, coordina l’integrazione dei sistemi informativi, misura l’impatto dei nuovi strumenti e promuove una cultura dell’innovazione dentro ospedali e aziende. “È una figura decisiva soprattutto nei territori più complessi – come spiega Gennaro Sosto, Direttore Generale ASL Salerno e Vicepresidente nazionale Federsanità -. In un territorio ampio e complesso come quello salernitano, la sfida non è solo innovare, ma garantire prossimità e continuità di cura anche dove la distanza geografica è un limite reale. Con Officina delle Competenze avviamo un modello che unisce organizzazione e capitale umano, rendendo l’innovazione realmente funzionale ai bisogni locali. La figura del Chief Innovation Officer sarà fondamentale per integrare strumenti avanzati – dall’intelligenza artificiale alla telemedicina – nei processi clinici e organizzativi, valutandone l’impatto e garantendone la sostenibilità. È un approccio replicabile che può diventare strutturale per l’intero Servizio sanitario nazionale, con benefici concreti”.

Il Direttore Sanitario 4.0: il punto di sintesi tra dati, clinica e visione strategica

Il Direttore Sanitario 4.0 rappresenta l’evoluzione del direttore sanitario tradizionale. Usa i dati come leva decisionale, guida team multidisciplinari, integra AI e analisi predittiva nei processi assistenziali, promuove sostenibilità e qualità percepita dal paziente. Sarà sperimentata al Policlinico Gemelli. “Il nostro Policlinico è da sempre un hub di innovazione e ricerca applicata, dove tecnologia e conoscenza si incontrano per migliorare la vita dei pazienti – spiega Il Direttore Generale del Gemelli, Daniele Piacentini -. Il passo successivo è far sì che l’innovazione diventi parte integrante dei processi gestionali e clinici, grazie a figure come il Direttore Sanitario 4.0. È il punto di sintesi tra scienza dei dati, qualità clinica e visione strategica: la chiave per una sanità capace di apprendere, adattarsi e crescere. Progetti come Officina delle Competenze ci aiutano a costruire questa visione, trasformando la complessità in valore”.

Il Patient Journey Manager: la figura più vicina al cittadino

Il Patient Journey Manager è il professionista che connette ospedale e territorio, coordina i percorsi, riduce interruzioni e duplicazioni, garantisce continuità assistenziale per fragili e cronici. Una figura che interpreta la sanità di prossimità. La sperimentazione si svolgerà alla ASL4 Chiavarese. Il Direttore Generale Paolo Petralia, Vicepresidente nazionale FIASO, spiega così il valore del ruolo: “L’evoluzione del sistema sanitario passa dalla capacità di fare rete, di integrare competenze e valorizzare l’esperienza di ciascun attore, pubblico o privato. Le nuove figure professionali di Officina delle Competenze rappresentano una risposta concreta a questa esigenza: professionisti che non lavorano in silos, ma costruiscono ponti tra reparti, territori e istituzioni. La collaborazione pubblico-privato diventa così una necessità per trasformare l’innovazione in bene comune. Dire ‘persona al centro’ non è uno slogan: significa costruire percorsi, prossimità. Per noi, il Patient Journey Manager deve prendersi cura dei pazienti all’interno di un percorso, non attraverso prestazioni isolate. È una presa in carico personalizzata”.

Il punto di vista delle istituzioni: “Qui si completa il percorso della riforma”

Il progetto arriva in un momento in cui le riforme, dal DM 77 al nuovo ecosistema digitale, chiedono alle strutture una trasformazione organizzativa che oggi rappresenta l’anello mancante. Il Commissario straordinario di AGENAS, Prof. Americo Cicchetti, lo spiega con chiarezza: “La riforma avviata con il decreto ministeriale 77 è una delle colonne portanti per costruire una sanità moderna e sostenibile. Ma per farla funzionare serve una vera integrazione tra ospedale e territorio, tra governance clinica e organizzativa. È qui che Officina delle Competenze assume valore concreto: non descrive nuovi modelli, li sperimenta, formando figure capaci di rendere operativa l’integrazione e ottimizzare i percorsi di cura. Abbiamo fatto investimenti enormi in infrastrutture digitali, fascicolo sanitario 2.0, piattaforme di dati e intelligenza artificiale. Ora serve la trasformazione organizzativa. Senza nuove competenze, questi investimenti non produrranno valore. Questo progetto contribuisce a colmare proprio quel divario che oggi separa il sistema dall’obiettivo di offrire risultati migliori ai cittadini”.

Una seconda voce istituzionale, quella di Mariella Mainolfi, Direttore Generale delle professioni sanitarie del Ministero della Salute, richiama il ruolo centrale delle persone: “La sanità italiana sta attraversando una fase evolutiva in cui il vero elemento distintivo non sarà l’innovazione in sé, ma la capacità delle persone di accoglierla, integrarla e utilizzarla in modo consapevole. Le professioni sanitarie sono al centro di un cambiamento epocale, che richiede nuovi ruoli, competenze digitali e una visione sempre più multidisciplinare. È indispensabile valorizzare il capitale umano del SSN, perché senza competenze adeguate anche le migliori innovazioni rischiano di non tradursi in valore reale per i cittadini”.

Investire nelle competenze per liberare il potenziale dell’innovazione

Per Giuseppe Pompilio, Market Access Director di Johnson & Johnson Innovative Medicine Italia, il futuro del sistema passa dalla capacità di costruire contesti pronti ad accogliere la trasformazione: “Come Johnson & Johnson abbiamo l’obbligo di lanciare innovazioni tecnologiche e farmaci che, spesso, rappresentano una vera svolta. Per questo, riteniamo fondamentale agire anche sui percorsi, affinché l’ambiente in cui l’innovazione arriva sia pronto ad adottarla. Officina delle Competenze nasce proprio da questa visione. È un investimento nelle professionalità e nelle competenze degli operatori sanitari, per far sì che l’innovazione venga recepita appieno. Quella di oggi è una tappa di un percorso più ampio, che ci vede impegnati come partner di sistema. L’innovazione, da sola, non basta: serve, infatti, un sistema capace di accoglierla. Solo collaborando con tutti gli attori e superando barriere burocratiche e culturali possiamo costruire un Servizio sanitario nazionale più moderno, equo e sostenibile”.

La sperimentazione dei tre ruoli prenderà il via a gennaio. È già stata effettuata una valutazione preliminare e, al termine del percorso, sarà misurato anche l’impatto percepito del cambiamento organizzativo. Un anno, dunque, di test e di analisi sul campo, con la speranza che questa trasformazione possa diventare un modello da estendere all’intero Servizio sanitario nazionale.

Isabella Faggiano

 

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